Celebrare la storia professionale dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Odcec) di Reggio Calabria per proiettarsi alle sfide del presente con un’attenzione particolare al territorio. Ne abbiamo parlato col vulcanico Stefano Maria Poeta, presidente dell’Ordine nei giorni del forum “Dal bilancio al rilancio” che ha coinvolto professionisti di tutta Italia proprio in riva allo Stretto.
Settant’anni e non sentirli. Cosa vuol dire celebrare questo traguardo per i commercialisti ed esperti contabili reggini?
Una bella età. 70 anni in questa città, 70 anni di sfide, 70 anni di donne e di uomini a fianco delle imprese, dei professionisti, a fianco di questa terra stupenda e martoriata. In questi 70 anni Reggio è cambiata; ci sono state lotte; momenti di difficoltà, ma anche di crescita collettiva.
Cosa vuol dire essere un consulente di impresa a Reggio Calabria?
Se dovessi sintetizzae la nostra quotidianità, direi che essere commercialisti a Reggio Calabria è una sfida audace. Il commercialista è un professionista, una donna o un uomo, che sa ascoltare, che sa sentire l’imprenditore, che gli è vicino e che lo consiglia sia nella sua progettualità, quando l’impresa nasce, sia nella vita, nei momenti delicati delle scelte strategiche.
Probabilmente, una figura non adeguatamente valorizzata.
Sommessamente credo che, se dobbiamo essere attori protagonisti, dobbiamo esserlo nel cambiamento che il ruolo del commercialista può e deve determinare. Il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo recente intervento a un forum internazionale, tra l’altro, ha affermato che i cittadini si aspettano delle risposte, allusione penso, alla politica. Mi chiedo: perché non sfruttare i professionisti ognuno per le loro specifiche competenze? Essere specializzato vuol dire aver studiato e avere acquisito specifica esperienza; a parer mio dunque, non ci può essere una risposta più attendibile se non quella fornita dal professionista.
Sta parlando di meritocrazia. Argomento spinoso, ancor più nel Mezzogiorno.
Permettetemi di ricalibrare il “sentire” sui commercialisti proprio in misura del tema scelto, ossia la necessità – per l’intero Paese – di rilanciare il Mezzogiorno di Italia.
Come?
Mi piace dare evidenza alla sinergia creata tra l’Odcec di Reggio Calabria, gli istituti tecnici e l’Università Mediterranea. Allo stesso modo va valorizzata l’esperienza delle Scuole di alta formazione (Saf). La sintesi di questo indirizzo formativo ha contribuito alla realizzazione di master di secondo livello universitario, ed alcuni di essi, penso al master sanitario, hanno conferito titolo abilitante per l’espletamento di funzioni dirigenziali presso gli Enti.
Lei ci sta parlando di un costante dialogo con le Istituzioni accademiche. Quale altro esempio ci può fornire?
Basta pensare alla sinergia tra il Tribunale di Reggio Calabria e l’Odcec di Reggio Calabria che ha permesso la sottoscrizione del protocollo d’intesa avente ad oggetto l’ormai noto progetto: “Lavora con noi”. In presenza di sequestro di aziende produttive, può accadere che in tale contesto l’Amministratore Giudiziario ritenga necessario, al fine di favorire la continuazione dell’attività produttiva dell’azienda, richiedere al Giudice competente l’autorizzazione all’assunzione di lavoratori indicandone i nominativi. Sul punto, la presidenza del Tribunale di Reggio Calabria e l’Ordine dei Commercialisti di Reggio Calabria, hanno evidenziato la necessità di individuare criteri oggettivi di selezione degli aspiranti alle nuove assunzioni, tale da garantire la massima trasparenza dell’operato dell’Amministratore Giudiziario e, conseguentemente, del percorso decisionale dell’Autorità Giudiziaria.
Tanti i temi trasversali trattati: giovani, legalità, lavoro.
Questo è quanto fatto sinora. Nel pensare a questa relazione e nella fattispecie al nostro documento conclusivo, però, non mi posso esimere dal guardare al domani. L’Ordine compie 70 anni ma è un ordine giovane, perché tanti dei nostri iscritti hanno meno di 40 anni; è un ordine “rosa”, perché la metà dei nostri iscritti è donna. In generale dobbiamo puntare sull’incrementare ulteriormente la cultura della professione.
Professionisti che vogliono «mettere radici» ben salde al Meridione.
Da commercialisti del Sud, inoltre, sappiamo bene che il rilancio dell’Italia passa soltanto da una seria programmazione economica, politica e sociale per il Mezzogiorno. Siamo altresì convinti che questa pianificazione debba partire dalla condivisione dei valori e delle visioni dei professionisti che vivono il territorio. Il Sud può e deve ripartire. Facciamolo tutti insieme.